L’assegno divorzile non decade automaticamente se il beneficiario ha una nuova relazione stabile ma senza convivenza

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Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, il diritto all’assegno divorzile non decade automaticamente se il beneficiario ha una nuova relazione stabile ma senza convivenza. La questione è stata sollevata da un ex marito, Tizio, che si è rivolto al Tribunale di Lecce per chiedere la revoca dell’assegno divorzile destinato alla sua ex moglie, sostenendo che quest’ultima aveva intrapreso una relazione stabile con un altro uomo. Tuttavia, il Tribunale ha respinto la richiesta e, successivamente, la Corte d’Appello di Lecce ha confermato la decisione, sottolineando che, sebbene la relazione fosse stabile, non c’era convivenza familiare, e quindi l’obbligo dell’assegno divorzile rimaneva.

La Corte d’Appello ha evidenziato l’importanza della funzione compensativa dell’assegno, considerando il contributo della donna durante i 20 anni di matrimonio, in particolare verso il marito e i figli. Anche la Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi, ha confermato questa interpretazione, chiarendo che una semplice relazione stabile, senza un progetto di vita comune concretizzato in una convivenza, non è sufficiente per revocare l’assegno divorzile. La Cassazione ha ribadito che l‘assegno ha una natura compensativa, legata ai sacrifici fatti durante il matrimonio, e che solo una convivenza stabile, con un chiaro progetto di vita comune, potrebbe portare alla cessazione del diritto all’assegno.

Ad esempio, se una persona divorziata intraprende una nuova relazione ma continua a vivere separatamente dal nuovo partner, mantenendo quindi una vita indipendente, l’assegno divorzile non può essere revocato. Al contrario, se si dimostrasse che la persona beneficiaria si è trasferita stabilmente con il nuovo partner, condividendo una vita familiare e un progetto di vita comune, potrebbe esserci spazio per una revisione delle condizioni dell’assegno. Questo principio si applica in casi concreti dove la valutazione della natura della relazione e della convivenza diventa cruciale per determinare la persistenza del diritto all’assegno divorzile.

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