Quando i coniugi decidono di separarsi consensualmente, il regime di comunione legale dei beni cessa di esistere, il che significa che, da quel momento in poi, tutti gli acquisti effettuati diventano proprietà personale. Secondo il Codice Civile, in particolare l’articolo 194, la divisione dei beni comuni avviene ripartendo equamente sia l’attivo che il passivo, con eventuali rimborsi e restituzioni, come previsto dall’articolo 192 del Codice Civile. È importante considerare quali beni rientrano nella comunione e quali sono invece considerati personali, in base agli articoli 177, 178 e 179 del Codice Civile.
Gli acquisti effettuati durante il periodo di comunione possono essere divisi effettivamente o mantenuti in comune; in quest’ultimo caso, si applicano le norme generali che regolano la comproprietà. Ad esempio, i beni mobili, come l’arredamento o i conti correnti, possono essere divisi senza necessità di atti formali. Se i coniugi decidono di chiudere un conto corrente, possono semplicemente dividere il denaro in esso contenuto. Lo stesso vale per la divisione degli arredi: i coniugi possono accordarsi su chi terrà cosa, senza bisogno di atti formali.
Per quanto riguarda i beni mobili registrati, come automobili o imbarcazioni, e gli immobili, invece, è necessario un atto formale di trasferimento. Un caso pratico potrebbe essere quello di una coppia che, durante la separazione, decide di cedere la proprietà di un’auto registrata a uno dei due coniugi; questo richiede un atto di trasferimento formale.
In caso di accordo, è possibile includere nella separazione consensuale clausole specifiche che regolano la divisione dei beni. Ad esempio, i coniugi possono dichiarare di aver già spartito i beni mobili, come i mobili di casa, o impegnarsi a farlo in futuro. È anche possibile cedere quote di immobili, conferendo all’accordo valore di trasferimento, con i relativi adempimenti di registrazione e trascrizione.
Nell’ambito delle operazioni immobiliari, le clausole inserite in un procedimento consensuale di separazione o divorzio permettono ai coniugi di accordarsi liberamente, anche prevedendo cessioni senza pagamento di somme. Ad esempio, un coniuge potrebbe cedere all’altro la sua quota di proprietà della casa familiare senza richiedere alcun compenso, beneficiando dell’esenzione da imposte e tasse, come previsto dalla legge. Un caso concreto potrebbe riguardare una coppia che decide di trasferire la proprietà della casa a uno dei coniugi senza versamento di denaro, sfruttando l’esenzione fiscale prevista in questi casi.
In questo modo, la separazione consensuale permette una gestione più semplice e meno onerosa della divisione dei beni, garantendo che entrambe le parti possano uscire dall’accordo con chiarezza e senza ulteriori complicazioni legali.