Un’ondata di sequestri ha colpito diversi autovelox in tutta Italia

Recentemente, un’ondata di sequestri ha colpito diversi autovelox in tutta Italia, portando alla luce gravi irregolarità legate alla mancanza di omologazione e alla mancata presentazione dei prototipi. Tra i dispositivi coinvolti spicca il modello T-Exspeed v 2.0, oggetto di indagini per frode in pubbliche forniture. Questo modello, insieme ad altri utilizzati su vasta scala nel paese, è stato sequestrato in diverse città italiane tra cui Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Formigine, Arcola, Carlentini e San Martino in Pensilis.

La questione dell’omologazione ha suscitato particolare attenzione a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione (10505/2024) che ha stabilito che il Ministero delle Infrastrutture deve omologare ufficialmente i misuratori di velocità, anziché limitarne la semplice approvazione. Questo principio ha rilanciato il dibattito sulle responsabilità istituzionali e sui requisiti legali per l’utilizzo di tali apparecchi.

Un altro aspetto critico emerso riguarda l’omesso deposito del prototipo, un obbligo stabilito dall’articolo 192 del Codice della Strada per tutti i dispositivi soggetti a omologazione. In passato, vari casi giudiziari hanno affrontato questo problema, con esiti che spesso non hanno portato a condanne significative, nonostante le evidenti irregolarità. Ad esempio, in un caso avvenuto a Milano, un autovelox utilizzato per anni senza la dovuta omologazione è stato al centro di una controversia che ha coinvolto numerosi automobilisti, ma che si è conclusa senza una condanna per i responsabili.

Inoltre, il mancato deposito del prototipo ha sollevato problemi anche in relazione a dispositivi incompleti o privi del software, spesso considerati parte integrante del sistema ma non sempre presenti nei magazzini ministeriali. Questo ha causato ulteriori complicazioni legali, come accaduto in un caso in Emilia-Romagna, dove la mancata presentazione del software di gestione dell’autovelox ha portato all’annullamento di numerose multe.

Questi sequestri hanno interessato almeno dieci regioni italiane, mettendo in evidenza la diffusione capillare di apparecchiature potenzialmente non conformi, con conseguenze significative per migliaia di automobilisti. Questi casi sottolineano l’importanza di una maggiore trasparenza e rigorosità nei processi di omologazione e gestione dei dispositivi di rilevazione della velocità, per garantire la legittimità delle sanzioni emesse e la sicurezza stradale complessiva.

La differenza tra omologazione e certificazione di un autovelox riguarda i requisiti legali e tecnici necessari affinché un dispositivo possa essere utilizzato per rilevare e sanzionare le infrazioni stradali in modo legittimo.

Omologazione

L’omologazione è un processo attraverso il quale un autovelox viene ufficialmente approvato per l’utilizzo su strada. Questo processo è normato dalla legge e richiede che il dispositivo sia testato e verificato per assicurare che funzioni correttamente e con precisione.

  • Autorità Competente: In Italia, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è l’ente che rilascia l’omologazione per gli autovelox.
  • Normativa di Riferimento: L’omologazione degli strumenti di misurazione della velocità è regolata dal Codice della Strada e dal suo Regolamento di esecuzione. In particolare, l’articolo 45 del Codice della Strada e l’articolo 192 del relativo Regolamento stabiliscono che gli autovelox devono essere omologati.
  • Procedura: Prima di essere omologato, l’autovelox deve superare una serie di test che ne verificano la precisione e l’affidabilità. Solo dopo l’esito positivo di questi test, il dispositivo può essere messo in commercio e utilizzato dalle forze dell’ordine.

Certificazione

La certificazione riguarda invece la verifica periodica della corretta funzionalità e precisione dell’autovelox già omologato. È un controllo successivo che serve a confermare che il dispositivo continua a operare correttamente e non ha subito alterazioni o malfunzionamenti.

  • Obbligo di Taratura: In Italia, la legge prevede che gli autovelox debbano essere periodicamente sottoposti a verifiche di taratura. Questa certificazione è necessaria per garantire che i dispositivi siano ancora accurati e affidabili.
  • Normativa di Riferimento: L’obbligo di certificazione periodica è stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 113/2015) e dall’articolo 45 del Codice della Strada, che chiarisce che l’utilizzo degli autovelox è subordinato alla verifica periodica della loro funzionalità.
  • Ente Certificatore: La certificazione della taratura viene effettuata da laboratori accreditati che rilasciano un certificato di conformità al termine delle verifiche.

Legge in Vigore

Secondo la legge italiana, un autovelox per essere utilizzato legalmente deve essere omologato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e deve essere certificato periodicamente per garantire che continui a funzionare correttamente. La mancanza di omologazione o di certificazione di taratura rende le sanzioni elevate con tali dispositivi impugnabili.

In caso di contestazione di una multa da autovelox, è importante seguire una procedura precisa per aumentare le possibilità di successo. Ecco cosa fare:

1. Esamina la multa

  • Verifica i dettagli: Controlla attentamente tutte le informazioni riportate sulla multa, come la data, l’ora, il luogo della presunta infrazione e la velocità rilevata. Assicurati che non ci siano errori.
  • Controlla la notifica: Verifica che la multa sia stata notificata entro i termini previsti dalla legge (90 giorni in Italia).

2. Controlla la segnaletica

  • Verifica la presenza di segnali: Assicurati che la strada in cui sei stato multato fosse correttamente segnalata con cartelli che indicano la presenza di un autovelox.
  • Segnaletica corretta: La segnaletica deve essere visibile e conforme alle normative stradali.

3. Verifica la taratura dell’autovelox

  • Richiedi certificati di taratura: L’autovelox deve essere stato tarato correttamente e regolarmente. Puoi richiedere all’autorità competente i certificati di taratura per verificare che l’apparecchio fosse in regola al momento dell’infrazione.

4. Richiedi informazioni aggiuntive

  • Documentazione fotografica: Richiedi le foto scattate dall’autovelox per verificare la tua posizione al momento dell’infrazione.
  • Condizioni della strada: Considera se le condizioni della strada o del traffico al momento della presunta infrazione possano aver influenzato la rilevazione della velocità.

5. Presenta un ricorso

  • Ricorso al Prefetto: Puoi presentare un ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica della multa. Nel ricorso devi indicare le ragioni per cui contesti la multa e allegare eventuali prove.
  • Ricorso al Giudice di Pace: In alternativa, puoi fare ricorso al Giudice di Pace entro 30 giorni dalla notifica della multa. Questo ricorso richiede il pagamento di un contributo unificato e potrebbe richiedere la tua presenza in udienza.

6. Valuta il supporto legale

  • Consulenza legale: Considera di rivolgerti a un avvocato specializzato in diritto stradale per ottenere una valutazione più dettagliata del tuo caso e per assisterti nella presentazione del ricorso.

7. Preparazione per l’udienza

  • Raccogli le prove: Prepara tutti i documenti e le prove che supportano la tua contestazione.
  • Presenta la tua difesa: Se necessario, preparati a spiegare di persona le tue ragioni al Prefetto o al Giudice di Pace.

8. Risultati del ricorso

  • Decisione del Prefetto: Il Prefetto può accogliere il ricorso, annullando la multa, oppure rigettarlo, confermando la sanzione.
  • Decisione del Giudice di Pace: In caso di ricorso al Giudice di Pace, la decisione sarà emessa in udienza. Se il ricorso viene respinto, potrai essere condannato anche al pagamento delle spese legali.

9. Valuta l’eventuale pagamento

  • Sconto per pagamento tempestivo: Se decidi di non presentare ricorso, ricorda che puoi beneficiare di uno sconto del 30% se paghi la multa entro 5 giorni dalla notifica.

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