La Corte di Cassazione ha ribadito che, in materia di addebito della separazione, un singolo episodio di violenza fisica rappresenta una violazione grave e inaccettabile dei doveri coniugali. Anche un’unica aggressione può essere sufficiente per giustificare la dichiarazione di separazione personale, in quanto determina l’insostenibilità della vita in comune, e per attribuire la responsabilità della separazione al coniuge autore delle percosse (Ordinanza n. 22294 del 7 agosto 2024).
La violenza domestica, per la sua estrema gravità, non necessita di essere confrontata con il comportamento della vittima per stabilire l’addebito. La Corte ha chiarito che non è rilevante se la violenza si sia verificata successivamente all’emergere della crisi matrimoniale. Gli atti violenti, infatti, violano la dignità personale del coniuge vittima e sono paragonabili solo ad altri comportamenti altrettanto gravi (Ordinanza n. 31351 del 24 ottobre 2022).
In passato, la Corte aveva già stabilito che un’unica aggressione è sufficiente a giustificare la separazione, poiché compromette irreparabilmente l’equilibrio della relazione coniugale, ledendo la dignità della persona (Ordinanza n. 3925 del 19 febbraio 2018 e Sentenza n. 433 del 14 gennaio 2016).
Questa giurisprudenza sottolinea come la violenza fisica, anche se episodica, sia considerata un motivo grave che giustifica l’addebito della separazione e il giudice non è tenuto a bilanciare tale comportamento con quello del coniuge vittima.