Il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento, sia per i figli che per l’ex coniuge, può portare a serie conseguenze legali. Il diritto al mantenimento dei figli, indipendentemente dal fatto che siano nati dentro o fuori dal matrimonio, è un obbligo prioritario sancito dalla Costituzione italiana, precisamente all’art. 30.
Quando un rapporto coniugale finisce, l’importo del mantenimento viene stabilito tramite un accordo approvato dal Pubblico Ministero, in caso di negoziazione assistita, oppure da una sentenza del Tribunale. Se l’obbligato non adempie a tale dovere, il credito non può essere ignorato o ridotto senza un nuovo accordo o una decisione giudiziale. Anche cambiamenti come la perdita del lavoro o l’indipendenza economica del figlio non determinano automaticamente la cessazione dell’obbligo; serve sempre un intervento formale per modificare o sospendere il pagamento.
Se il mancato pagamento non è giustificato, le sanzioni possono essere sia penali che civili. Dal punto di vista penale, l’art. 570 bis del Codice Penale prevede reclusione fino a un anno o multe per chi viola gli obblighi economici imposti dalla separazione. La Cassazione ha precisato che, per stabilire la responsabilità, è necessario valutare se l’obbligato avesse davvero la possibilità di adempiere, senza rinunciare a una vita dignitosa.
Sul piano civile, il creditore ha a disposizione diversi strumenti per recuperare le somme dovute. Oltre al recupero coattivo mediante precetto ed esecuzione forzata, è possibile chiedere il versamento diretto da parte di terzi, come il datore di lavoro dell’obbligato. Questa procedura è stata ulteriormente regolamentata dalla riforma Cartabia, che ne ha ampliato l’applicazione anche agli accordi di negoziazione assistita.
Se il debitore è un lavoratore autonomo o non ha crediti periodici, può essere più difficile ottenere il pagamento. In casi di particolare urgenza, il creditore può chiedere un sequestro conservativo sui beni dell’obbligato, garantendo così la disponibilità di risorse per il recupero del credito. Infine, si può procedere con l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale sui beni del debitore, rendendo più complicata per quest’ultimo la vendita o la gestione del patrimonio senza saldare il proprio debito.
Guida Pratica su Cosa Fare se il Mantenimento non Viene Pagato
- Documenta il Mancato Pagamento: Tieni traccia delle date e degli importi non versati. È fondamentale avere una documentazione chiara e completa.
- Invia una Diffida Formale: Tramite un avvocato, invia una lettera di diffida all’obbligato, intimando il pagamento entro un termine specifico. Questa comunicazione è un passaggio preliminare essenziale.
- Richiedi un Ordine di Esecuzione: Se la diffida non ha effetto, puoi avviare un’azione di recupero coattivo. Il tuo avvocato presenterà un’istanza per ottenere un’ingiunzione di pagamento e procedere al pignoramento di beni o stipendi.
- Versamento Diretto da Terzi: In alcuni casi, puoi chiedere che il pagamento venga effettuato direttamente da terzi, come il datore di lavoro del debitore. Questa opzione è particolarmente utile quando l’obbligato ha un lavoro dipendente.
- Sequestro Conservativo: Se temi che il debitore possa alienare o nascondere beni, puoi richiedere al giudice un sequestro conservativo. Questa misura cautelare protegge i tuoi diritti fino a quando il credito non viene recuperato.
- Ipoteca Giudiziale: Per garantire il pagamento futuro, puoi iscrivere un’ipoteca sui beni immobili del debitore. Consulta il tuo avvocato per procedere con questa misura, che potrebbe complicare la gestione del patrimonio del debitore.
- Considera le Conseguenze Penali: Se l’inadempimento è ingiustificato, puoi anche valutare la possibilità di procedere penalmente. L’art. 570 bis c.p. prevede sanzioni che potrebbero spingere l’obbligato a rispettare i propri doveri economici.
Agire tempestivamente e con il supporto di un avvocato è essenziale per proteggere i tuoi diritti e garantire il sostegno economico ai tuoi figli o a te stesso.