La rapina e l’attenuante del danno di particolare tenuità: cosa dice la Cassazione
Le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione, nella sentenza n. 42124 depositata ieri, hanno chiarito alcuni importanti principi riguardanti l’attenuante del danno di particolare tenuità nel contesto della rapina. In particolare, hanno precisato che non basta che il valore del bene sottratto sia modesto per poter applicare questa attenuante.
La valutazione del danno non si limita al valore economico del bene
Nel caso trattato dalla Corte, l’oggetto della rapina era una catenina d’argento di scarso valore, accompagnata da un telefono cellulare poi restituito. Nonostante ciò, la Corte d’appello aveva confermato la condanna, ritenendo che il valore del bene non fosse sufficiente a giustificare l’attenuante.
Le Sezioni Unite hanno però sottolineato che, nel caso di rapina, il giudice deve considerare anche le conseguenze dannose per la persona offesa, come le lesioni fisiche o psicologiche derivanti dalla violenza o dalla minaccia. Questo aspetto è cruciale, poiché la rapina non incide solo sul patrimonio della vittima, ma anche sulla sua integrità fisica e morale. La natura plurioffensiva della rapina implica che il danno non riguarda solo il bene sottratto, ma anche l’aggressione alla persona stessa.
La valutazione del danno si fa al momento della consumazione del reato
Un altro punto importante della sentenza è che il momento da considerare per determinare l’entità del danno è quello della consumazione del reato, non eventi successivi. Quindi, la restituzione del bene rubato (come nel caso del cellulare) non influisce sull’applicazione dell’attenuante. In altre parole, una rapina che causa danni significativi alla vittima non può essere ridotta a un fatto di “speciale tenuità” solo perché il bene sottratto ha scarso valore o è stato restituito in seguito.
Un giudizio complessivo sul fatto
La Corte afferma che la tenuità del fatto deve essere il risultato di un giudizio complessivo, che tenga conto non solo del valore del bene rubato, ma anche delle modalità dell’aggressione, delle lesioni e dell’impatto sulla vittima. L’attenuante può essere riconosciuta solo se l’intero contesto è stato correttamente valutato.
Conclusioni sul caso
Nel caso specifico, il Tribunale aveva già stabilito che le lesioni inflitte alla vittima durante la rapina erano particolarmente gravi, rendendo di fatto impossibile l’applicazione dell’attenuante, nonostante il valore modesto del bene rubato.
Infine, la sentenza delle Sezioni Unite tocca anche il piano processuale, chiarendo l’applicazione delle nuove norme introdotte dalla riforma Cartabia, che fissano in 40 giorni i termini per la comparizione in appello. Il nuovo termine è operativo dal 1° luglio scorso.