Il sovraindebitamento rappresenta una condizione di crisi finanziaria in cui individui, piccoli imprenditori, agricoltori e altre categorie non soggette a procedure fallimentari tradizionali si trovano incapaci di far fronte ai propri debiti. In Italia, questa situazione è regolata dalla legge n. 3 del 2012, nota anche come “legge salvasuicidi”, che offre a tali soggetti la possibilità di ristrutturare i propri debiti in modo sostenibile, adattando i pagamenti alle loro effettive capacità economiche.
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, introdotto con il decreto legislativo n. 14 del 2019, ha ampliato e aggiornato le normative precedenti, migliorando l’accesso alle procedure di sovraindebitamento. Questa normativa è conosciuta sotto diversi nomi, riflettendo le varie fasi e modifiche introdotte nel tempo, tra cui la “legge sul sovraindebitamento”, il “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza” e il “Decreto legislativo n. 14/2019”.
Tra gli aggiornamenti più significativi introdotti tra il 2023 e il 2024, vi sono il “concordato minore”, il “piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore” e la “liquidazione controllata del patrimonio”, che hanno reso più accessibili queste procedure, specialmente per i piccoli imprenditori e i consumatori. Un altro importante cambiamento è l’introduzione della “esdebitazione del debitore incapiente”, che consente ai debitori di cancellare i propri debiti anche in assenza di capacità economica, purché ritenuti meritevoli.
Le procedure per affrontare il sovraindebitamento, come previsto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, offrono diverse soluzioni per i debitori in difficoltà. Tra queste, il Piano di ristrutturazione dei debiti, rivolto principalmente ai consumatori, consente di ristrutturare i debiti senza necessità del consenso dei creditori. Il Concordato minore, invece, è pensato per professionisti e piccole imprese e richiede l’approvazione dei creditori. Infine, la Liquidazione controllata del debitore rappresenta una forma semplificata di liquidazione per i soggetti menzionati.
Un’importante novità del Codice è l’estensione delle procedure di ristrutturazione del debito ai membri della famiglia del debitore e ai soci con responsabilità illimitata, a patto che i debiti siano personali e non legati all’attività dell’impresa. Questa modifica mira a proteggere l’intero nucleo familiare o la collettività sociale, evitando che una crisi individuale possa avere ripercussioni più ampie.
La normativa ora consente che i membri della famiglia del debitore, inclusi coniugi, parenti, unioni civili e conviventi di fatto, possano partecipare alla stessa procedura di ristrutturazione dei debiti. Questo approccio olistico permette di gestire collettivamente i debiti, rendendo il processo più efficiente. Ad esempio, una crisi imprenditoriale o la perdita della principale fonte di reddito della famiglia può essere affrontata in maniera più organica.
Inoltre, la legge introduce la possibilità per i soci con responsabilità illimitata di accedere a queste procedure, purché i debiti siano personali. Questo rappresenta un cambiamento significativo, poiché in precedenza tali soci erano generalmente esclusi dalle procedure di ristrutturazione.
L’obiettivo principale di questi cambiamenti è duplice: da un lato, prevenire che le difficoltà finanziarie di una persona si estendano agli altri membri della famiglia o ai soci, e dall’altro, semplificare il processo di ristrutturazione, riducendo il numero di procedure separate e potenzialmente contrastanti.
L’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) gioca un ruolo centrale in queste procedure, valutando la fattibilità dei piani di ristrutturazione, supervisionando la loro esecuzione e operando senza la necessità di un avvocato, riducendo così i costi per i debitori. L’OCC è anche responsabile della comunicazione con i creditori e della gestione delle fasi del piano di ristrutturazione.
Un esempio concreto di applicazione della legge sul sovraindebitamento è avvenuto a Monza, dove una ex imprenditrice ha ottenuto una riduzione del 73% del suo debito con l’Agenzia delle Entrate, passando da 220.000 euro a 60.000 euro, grazie all’intervento del Tribunale e al sostegno finanziario del padre e di un’associazione antiusura. In un altro caso, un artigiano torinese è riuscito a ridurre un debito fiscale di oltre 150.000 euro a circa 45.000 euro, dimostrando l’efficacia della legge nel trovare soluzioni su misura per i debitori meritevoli.
Cose da fare per aderire alla procedura di sovraindebitamento:
- Valutare la propria situazione finanziaria: Determinare se si è in una condizione di sovraindebitamento secondo le normative vigenti.
- Consultare l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC): Contattare l’OCC per avviare la valutazione della propria situazione e per preparare un piano di ristrutturazione del debito.
- Preparare la documentazione necessaria: Fornire tutta la documentazione richiesta, inclusi dettagli sui debiti, redditi, patrimonio e spese.
- Proporre un piano di ristrutturazione: Collaborare con l’OCC per sviluppare un piano realistico e sostenibile di pagamento dei debiti.
- Sottoporre il piano ai creditori e al Tribunale: Presentare il piano ai creditori per ottenere l’approvazione, oppure, in caso di rifiuto, richiedere l’intervento del giudice.
- Seguire le indicazioni dell’OCC: Adempiere agli obblighi previsti dal piano di ristrutturazione, sotto la supervisione dell’OCC.
- Monitorare l’esecuzione del piano: Assicurarsi di rispettare i termini del piano e di mantenere una comunicazione regolare con l’OCC.
- Richiedere l’esdebitazione al termine della procedura: Al completamento del piano, richiedere la liberazione dai debiti residui nei confronti dei creditori non soddisfatti.
- Ottenere la cancellazione dalle banche dati: Una volta esdebitati, assicurarsi che il proprio nominativo venga rimosso dalle liste di cattivi pagatori.
- Verificare la propria situazione fiscale: Controllare che eventuali debiti fiscali residui siano stati correttamente estinti.